
🔵*COMUNICATO STAMPA SIULP TORINO*🔵
*_Dichiarazione del Segretario Generale del SIULP di Torino, Eugenio Bravo: Poliziotti abbandonati a se stessi senza giuste tutele sacrificati nel nome della libertà di devastare tutto._*
*CENTRI SOCIALI E MARANZA ASSALTANO LE FORZE DELL’ORDINE E METTONO A FERRO E FUOCO LA CITTÀ DI TORINO, OSTAGGIO DELLA VIOLENZA DI QUESTI DELINQUENTI.*
*_“Se non si interviene con misure adeguate, il rischio che le città italiane diventino come quelle francesi è reale. Gli stranieri di seconda generazione, accolti dai centri sociali, si infiltrano sempre più spesso nelle manifestazioni per dare sfogo al loro odio verso le città e i cittadini in cui vivono”._*
Una notte di vera e propria guerriglia urbana ha sconvolto Torino, nel nome della cosiddetta “Free Palestine”, strumentalizzata da teppisti e vandali per dare libero sfogo alla loro violenza.
Il corteo, che avrebbe dovuto esprimere solidarietà e riflessione, è stato trasformato in un campo di battaglia.
I responsabili sono giovani magrebini infiltrati ed associatisi ai centri sociali nel corteo, travisati e armati di pietre, bottiglie e bastoni, che hanno agito con la deliberata intenzione di colpire le forze dell’ordine.
Nel corso della giornata hanno dapprima attaccato la sede della “Leonardo”, tempestando le forze dell’ordine di oggetti e distruggendo le auto parcheggiate, dopodiché in serata hanno attaccato i reparti inquadrati nell’area di Porta Susa e della Questura, danneggiando auto in sosta di poliziotti, poi si sono diretti verso la Prefettura, devastando quanto incontravano sul loro cammino, comprese autovetture di poveri cittadini terrorizzati all’Interno.
Gli operatori di polizia sono stati costretti a fronteggiare un assedio su tre fronti durato ore, con lancio continuo di bottiglie, sampietrini, aste in metallo, sedie ed oggetti contundenti scagliati contro i reparti in servizio, cassonetti rovesciati e incendiati, vetrine danneggiate e arredi distrutti, mettendo l’intero centro città a soqquadro.
Il bilancio è di oltre 10 operatori del V Reparto Mobile e un operatore della DIGOS feriti, una macchina di servizio danneggiata, un’auto in borghese colpita e tre veicoli privati appartenenti a colleghi devastati nei parcheggi della Questura.
Nonostante l’impegno e la prontezza dei reparti mobili di Torino, la violenza dei facinorosi è stata tale da rendere necessario l’intervento di ulteriori mezzi idrante e reparti provenienti dalla Valle di Susa, scesi in città per fornire rinforzo immediato, inoltre lo spirito di corpo ha fatto sì che si reclutassero con moto spontaneo operatori del Reparto Mobile di Torino in ferie, di riposo e che avevano già lavorato per formare ulteriori due contingenti operativi ed un idrante, inoltre alcune delle squadre impegnate hanno lavorato in questo clima di guerra dalle 05.30 del mattino a notte inoltrata.
La gravità della situazione ha imposto il lancio di oltre 700 lacrimogeni, una misura mai vista prima a Torino, ma necessaria per fronteggiare disordini e tumulti di tale portata e poliziotti con ore di lavoro pericoloso e continuativo.
Una violenza cieca e organizzata, che dimostra come questi soggetti si sentano liberi di attaccare la Polizia, consapevoli che non saranno puniti.
Chi oggi lancia sampietrini e bottiglie contro gli agenti agisce con l’arroganza di chi sa che il sistema non gli imporrà conseguenze reali.
«La nostra attività, soprattutto in contesti come questo, è ormai sempre più pericolosa – continua Bravo –.
Ovunque ci troviamo, siamo bersaglio di un odio crescente che nulla ha a che fare con il diritto a manifestare.
Si è assistito a una vera e propria caccia all’uomo, in cui gruppi organizzati di facinorosi si staccavano dal corteo per aggredire gli operatori e devastare la città. Una brutalità che non può più essere ignorata.»
Il SIULP denuncia con forza l’ennesimo episodio in cui il diritto a manifestare viene stravolto e piegato a fini di scontro.
È giunto il momento di dire basta.
È inaccettabile che chi aggredisce agenti o distrugge beni pubblici venga condannato a pochi mesi e torni libero il giorno dopo, pronto a colpire ancora, lasciando i costi della devastazione ai cittadini torinesi.
«Chi colpisce un poliziotto colpisce lo Stato – prosegue Bravo – e quando la risposta della giustizia è blanda o inesistente, si manda un messaggio devastante non solo agli operatori, ma anche ai cittadini che chiedono sicurezza.
Non bastano le parole di solidarietà: servono atti concreti, leggi efficaci e pene certe.»
A rendere il quadro ancora più preoccupante è il fatto che una parte della politica non perde occasione per giudicare e criticare le forze dell’ordine, mentre un’altra parte esprime solidarietà che però non sembra ancora in grado di garantire la giusta tutela di chi ogni giorno rischia la vita per tutelare l’ordine pubblico.
La situazione è sempre più grave: gli operatori di polizia si sentono abbandonati, sostenuti solo da proclami di circostanza o, peggio, da critiche istituzionali che indeboliscono ulteriormente l’azione dello Stato e incoraggiano chi vuole sovvertire le regole.
Il SIULP di Torino chiede con forza interventi immediati e misure adeguate: non si può lasciare che la nostra città venga trasformata in una zona franca per delinquenti travisati e violenti.
Difendere le forze dell’ordine significa difendere la democrazia, lo Stato e il diritto dei cittadini a vivere in una città sicura.
«I nostri colleghi – conclude Bravo – hanno dimostrato ancora una volta straordinaria professionalità, equilibrio e senso delle istituzioni, agendo con freddezza e misura nonostante le provocazioni e i pericoli tutto ciò nonostante ore di straordinario pagate ingenerosamente pochi spiccioli.
A loro va il plauso e la gratitudine del SIULP e della cittadinanza.
Ma ora è il momento che anche la politica e la magistratura facciano la propria parte, con fermezza e responsabilità.»

I “maranza” delle gang arruolati da Askatasuna. E stasera il corteo a rischio violenze
Minorenni, quasi tutti egiziani, alcuni appartenenti alle baby-gang. Eccola l’identikit dei “maranza” autori dei danni venerdì tra Porta Susa, piazza Castello e via Po. La Digos sta passando al setaccio i filmati degli scontri nel giorno dello sciopero, per incastrare i responsabili. Intanto, questa sera è in programma l’ennesimo corteo, per i due anni della “Nakba”, e sono previste ancora tensioni. E arrivano anche i numeri della guerriglia del venerdì: dieci poliziotti del Reparto mobile e un agente della Digos sono rimasti feriti, mentre sono stati 700 i lacrimogeni sparati.
Le violenze dei maranza
Incappucciati, il volto travisato. I teppisti che hanno messo a ferro e fuoco Torino venerdì sono giovanissimi nordafricani. “Arruolati” mentre la manifestazione ha fatto tappa in piazza della Repubblica. Per poi (anziché andare in tangenziale) puntare dritto ai bersagli del centro: Porta Susa, la Prefettura e via Po. Dietro il reclutamento dei “maranza” c’è, però, la regia di Askatasuna. Come successo l’8 gennaio scorso in occasione del corteo per Ramy sfociato nella violenza, il copione si è ripetuto. Gli antagonisti (tra cui i membri del centro sociale di corso Regina) hanno reclutato i nordafricani. I quali però hanno agito come “cani sciolti”, prima mandando il traffico in tilt e poi innescando la guerriglia. La Digos sta procedendo alla loro identificazione e dai primi accertamenti risulterebbe che molti di loro appartengano alle baby-gang di Barriera.
Pioggia di lacrimogeni
Dieci poliziotti del Reparto Mobile e un agente Digos feriti, una macchina di servizio danneggiata, un’auto in borghese colpita e tre veicoli privati appartenenti a poliziotti devastati nei parcheggi della questura. Questo il bilancio del “venerdì nero” sfociato in violenza tra Leonardo, Porta Susa, la Prefettura e via Po. La gravità della situazione ha imposto il lancio, da parte delle forze dell’ordine, di oltre 700 lacrimogeni. Un numero che, a Torino, forse non ha precedenti. Eugenio Bravo, segretario generale del Siulp di Torino, denuncia: «I poliziotti sono stati costretti a fronteggiare un assedio su tre fronti durato ore, con lancio di bottiglie, sampietrini, aste in metallo, sedie e oggetti contundenti scagliati contro i reparti, cassonetti rovesciati e incendiati, vetrine danneggiate e arredi distrutti. La violenza dei facinorosi è stata tale da rendere necessario l’intervento di ulteriori mezzi idrante e reparti provenienti dalla Valsusa. La nostra attività, soprattutto in contesti come questo, è ormai sempre più pericolosa. Ovunque ci troviamo – afferma Bravo – siamo bersaglio di un odio crescente che nulla ha a che fare con il diritto a manifestare. Ora politica e magistratura facciano la propria parte». Ma le violenze rischiano di non essere finite: stasera Torino si prepara ad altra tensione. C’è infatti un altro corteo al grido di “Blocchiamo tutto”, con partenza alle 19.30 da piazza Castello. Si festeggeranno i due anni della “Nakba”, ma le prime indiscrezioni parlano di una sfilata che toccherà Barriera Milano per reclutare altri “maranza”. E, forse, fare altri danni in città.
Il Questore vieta il corteo
E a proposito, proprio nella giornata di ieri il questore di Torino, Paolo Sirna, ha vietato la manifestazione prevista stasera alle 19.30 da piazza Castello. Decisione motivata da «ragioni di ordine pubblico». Autorizzato dalla questura solo il presidio “statico”. Che statico quasi certamente non sarà, perché è praticamente scontata la partenza del corteo. Pd, Avs e “grillini” hanno annunciato che non prenderanno parte all’iniziativa, ritenendo la scelta della data «inopportuna e divisiva». Rischio di scontri altissimo, nonostante lo scorso venerdì a Roma e Milano i manifestanti abbiano isolato e mandato via gli antagonisti incappucciati che erano presenti solo per creare disordini. Intanto ieri un blocco di Pro-Pal ha fatto sì che il Carrefour di Chianocco non aprisse. Serrande abbassate. E le mobilitazioni nelle scuole sono iniziate da giorni, con otto istituti superiori occupati. Va poi ricordato che nella scorsa manifestazione alcuni giornalisti sono stati minacciati, colpiti e feriti. A un operatore è stata danneggiata una camera.



