Al Signor Prefetto di Torino
E p.c.
Al Signor Questore di Torino
Al Signor Dirigente il V Reparto Mobile – Torino
Che le mense della Polizia di Stato di Torino non siano mai state un punto di ristoro altamente accattivante è risaputo ed è descritto negli annali di questi luoghi adibiti alla consumazione dei pasti dei poliziotti.
Che ci fossero ancora margini per raggiungere un livello più basso e tanto mortificante della dignità dei lavoratori ai quali viene negato il sacrosanto diritto ad un pasto con cibi adeguatamente confezionati e che diano un senso nutrizionale al pranzo o alla cena, e qualcosa di tragico e aberrante.
Dapprima la negazione della fornitura di bottiglie d’acqua in luogo del pasto; un fatto che mai si era visto prima nelle mense della polizia della provincia di Torino, dopodiché la sconfortante decadenza di una distribuzione di primi e secondi misera nel contenuto e scarsa nella qualità, ben lungi dalle prescritte diete nutrizionali. Non vorremmo mai che qualcuno, preoccupato per la “salute” dei poliziotti, ritenga opportuno prevedere per costoro un digiuno forzato…
Il tempo dell’umorismo è terminato, la misera erogazione delle confezioni dei pasti delle mense torinesi non hanno eguali nelle mense della polizia italiana. Se poi vi sono oscure situazioni di carestia alimentare che, precorrendo i tempi del Paese incidano da subito ed in via esclusiva solo sulle mense torinesi, sarebbe bene saperlo…
Poiché, al contrario, ci sembra più che altro una carestia di responsabilità e di competenza da addebitare a chi ha il dovere di vigilare e intervenire sull’adeguatezza organizzativa e gestionale dell’impresa addetta alle mense, il cui onere è fornire pasti
decenti e nel rispetto delle prescrizioni, la questione assume toni differenti ed esasperanti.
L’Ufficio della Questura competente, se non connivente è quantomeno molto, molto distratto e allarma l’indifferenza del suo silenzio “tombale”.
Stiamo parlando delle mense del Reparto Mobile, della Caserma Balbis e di Bardonecchia il totale delle mense della provincia, abbandonate allo sfacelo più generale. Una situazione per la quale deve farsi luce sulle responsabilità di chi sta arrecando questo nocumento al diritto dei poliziotti, costretti a disertare dalla consumazione del I e II ordinario, a causa di una impietosa rappresentazione giornaliera dei pasti che rilevano una obbiettiva disfatta organizzativa del vettovagliamento.
Questa totale inadeguatezza dei pasti, “mense fuori dal tempo”, ci porta a ritenere che l’unica strada possibile sia quella di una forte iniziativa di protesta tesa a ripristinare il diritto marcatamente violato.
Ringraziandola per la Sua attenzione
Le invio cordiali saluti.Torino, 20 luglio 2022